I LICHENI PARTE DELL’AMBIENTE

Da ormai diversi anni si nota tra i vigneti e i frutteti la diffusione di licheni di colore giallo vivo, che si insediano con differente intensità e possono anche diffondersi su superfici ampie, coinvolgendo indifferentemente i fusti, le branche principali e le ramificazioni più fini.

Il nome scientifico di questo particolare organismo è Xanthoria parietina.

I licheni sono costituiti dalla collaborazione simbiotica tra due differenti esseri: un’alga e un fungo e presenti in natura sono presenti in numerose specie, molte delle quali riccamente colorate.

Lo scambio mutualistico che questi due organismi si porgono è ovviamente differente tra i due. Il fungo compie una funzione di sostegno poiché si attacca ai supporti (cortecce perlopiù) divenendo sostegno per l’alga, assimilando anche sali minerali e acqua, utili per sé e per il simbionte. Quest’ultimo, per contro, attraverso l’attività fotosintetica elabora sostanze organiche che cede al fungo, il quale, sprovvisto di clorofilla, non sarebbe in grado di approvvigionarsene.

La capacità di diffusione dei licheni è notevole. Essi sono in grado di colonizzare spazi non ancora accessibili ai vegetali. Questi organismi, infatti, rappresentano uno dei primi livelli di colonizzazione dell’ambiente. Molti di questi sono capaci di trarre il loro sostentamento anche solo dalle rocce e con la loro attività predispongono il substrato necessario per lo sviluppo di forme vegetali più complesse. Sono quindi veri colonizzatori degli ambienti naturali.

Nel corso del tempo, vari studiosi si sono impegnati nel formulare ipotesi e descrizioni di quanto osservavano. La loro presenza fu nota già duemila anni or sono, ma solo nel 1867 un botanico svizzero ebbe la corretta intuizione per quanto concerne l’alleanza tra questi due esseri.

I licheni sono in grado di assimilare sostanze inquinanti presenti nell’ambiente circostante depurandolo. Essi, inoltre, prediligendo l’aria pulita, si diffondono particolarmente dove non vi è inquinamento atmosferico. La loro presenza diviene così un indice della salubrità del luogo. I licheni che vivono sugli alberi, che traggono dall’atmosfera le sostanze per il loro nutrimento costituiscono un gruppo di segnalatori particolarmente efficiente.

Il peggioramento della qualità dell’aria può essere così posto in risalto dall’impoverimento delle popolazioni di licheni.

Alcuni licheni sono facilmente individuabili come quello giallo; altri sono di più difficile identificazione essendo il corpo fungino ancorato al ritidoma non visibile.

La Xanthoria parietina è comunissimo in tutta Italia, si insedia ovunque prediligendo le cortecce. Visto da vicino, presenta tante scodelline in rilievo che sono le strutture legate alla riproduzione.

Essendo la sua diffusione ormai anche estesa in molti ambienti, sorge il dubbio se vi possano essere effetti dannosi oppure no. Il dubbio diviene ancora più concreto osservando che le piante o parti di esse rivestite sono perlopiù sofferenti.

È ben noto che i licheni non causano un danno diretto alle piante, limitandosi ad utilizzarle quale supporto. Se di parassitismo si parla, bisognerebbe fare riferimento allo strato corticale ormai morto. La maggiore colonizzazione avviene su parti legnose sofferenti in quanto lì il ritidoma si rinnova molto lentamente, quindi diventa spesso e spugnoso, ancor più indicato per il lichene. Il totale rivestimento sulle formazioni legnose non è in ogni modo positivo, essendo certamente di ostacolo al risveglio di eventuali gemme latenti o avventizie di queste parti della pianta. La rivitalizzazione di questi abbozzi gemmari costituisce la ripresa di attività e della conseguente crescita diametrale dei fusti.

Edoardo Monticelli

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