GLI AFIDI NEL VIGNETO

Gli afidi sono insetti di contenuta evoluzione e conseguentemente esposti ad una elevata mortalità. La garanzia della loro presenza nei vari luoghi risiede nella loro elevatissima prolificità.

Tutti gli esseri che vivono nell’ambiente spontaneo tendono a colonizzarlo, espandendo la loro presenza con popolazioni sempre più numerose. Il numero degli individui appartenenti ad una medesima specie è tuttavia condizionato da numerosi fattori. L’ambiente è il luogo dove ogni tipo di vivente ha il proprio spazio, nel rispetto delle esigenze biologiche di tutti gli altri.

Le funzioni essenziali della vita di ogni individuo, sia vegetale sia animale, sono la nutrizione e la riproduzione. Questi due elementi sono tra loro strettamente collegati da precisi equilibri. Tramite l’attività riproduttiva, le popolazioni di ogni singola specie si espandono su aree più vaste, ma questo è possibile se è presente un’adeguata disponibilità di cibo e alimentazione divengono così entrambe condizionate dall’abbondanza di nutrimento che il luogo offre. È ancora da considerare il livello di mortalità delle singole specie. Si intende con questa espressione la sensibilità che gli individui hanno dimostrato nel corso del loro ciclo vitale verso i fattori esterni, che influiscono sull’ambiente da essi stessi occupato. La capacità riproduttiva di una specie cresce in pari misura con la sua debolezza, in modo che non possa estinguersi facilmente a seguito di inaspettate variazioni del clima o di altre cause anche ricorrenti. Tutto questo rappresenta un semplice meccanismo di difesa che ha protetto nel passato molti esseri fino ad oggi. L’abbondanza di figli serve proprio a garantire in ogni modo la sopravvivenza di qualcuno di essi, quindi della successiva attività riproduttiva e conseguentemente della popolazione stessa.

Negli ambienti coltivati come il vigneto, non vi è ovviamente il limite della disponibilità di cibo per quegli esseri che si alimentano in modo esclusivo o con particolare appetito della vegetazione delle viti. Unico fattore che può quindi contrastare il loro dilagare è il clima. Accade talvolta che il clima, anziché essere sfavorevole, in talune annate divenga un elemento di loro aiuto. Se le popolazioni parassite fossero in quel caso già costituite da un gran numero di individui si evolverebbe l’infestazione. Se, invece, gli individui presenti fossero pochi od occasionali, potrebbe accadere di osservare sulle viti parassitizzazioni apparentemente nuove, la cui presenza non si è preparati ad accettare. È il caso degli afidi che possono in alcuni anni diffondersi sugli apici dei germogli. L’infestazione avviene nel momento di massimo allungamento degli assi vegetativi (giugno), e interessa le piante più vigorose e le parti di maggiore accrescimento, normalmente più esposte al sole. I germogli invasi tendono a rimanere ricurvi ed evidenziano un certo patimento. Raramente si osservano colonie di parassiti molto fitte e, nella maggior parte dei casi, il fenomeno si esaurisce spontaneamente, senza destare ulteriori preoccupazioni. La presenza di questi parassiti si rileva solo se l’andamento climatico stagionale è ad essi molto favorevole.

A riprova di quanto il clima sia su questi esseri determinante, contemporaneamente all’infestazione nel vigneto capita di osservare colonie di afidi appartenenti ad altre specie che, con accanimento eccezionale, invadono altre piante.

Successive annate favorevoli potrebbero determinare l’accumulo della loro presenza, fino a costituire un pericolo vero e proprio per la coltura.

Edoardo Monticelli

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